Riflessioni di Pino Naim
“Cittadinanza attiva umanitaria. Pensiero ed azione per un Lionismo in crescita”. Il motto del nostro Governatore del Centenario Renato Rivieccio racchiude la strategia e le progettualità del nostro Distretto e fin dall’inizio mi ha indotto a tante riflessioni. La prima parte è un vero inno alla libertà ed un’esaltazione del suo grande significato quando Ermanno Bocchini dice che “non è la libertà che ci rende cittadini ma è la cittadinanza attiva che ci rende liberi”. La seconda parte poi ci ha indicato appunto come agire e come realizzare i nostri progetti. Siamo nell’anno del centenario della nostra grande Associazione ma questa non è solo una simbolica ricorrenza ma vuole anche dire tanto in termini più sostanziali: ci indica infatti che è passato un secolo ed il mondo è cambiato e sono cambiate quindi le esigenze e le necessità. E noi non possiamo non tener conto di ciò per cui deve anche cambiare decisamente il nostro modo di agire. Quindi “pensiero ed azione”. Ed anche queste parole trasudano di libertà perché, per poter operare nel modo più razionale ed efficace, dobbiamo essere liberi nella testa per poter pensare e liberi nel cuore per poter agire.
Dall’inizio dell’anno sociale molte montagne sono state scalate e lo dimostrano i dati riportati dalle varie circoscrizioni e dalle varie zone nelle tante riunioni svolte a livello circoscrizionale e distrettuale fino al Congresso d’inverno di Sorrento dello scorso mese di febbraio, con molti service condivisi e svolti in sinergia tra vari clubs a favore del territorio, comunque e sempre nell’assoluto rispetto dell’autonomia di ogni singolo Club. Quindi sinergia tra i clubs e sinergia con le istituzioni per la realizzazione di progetti validi ed efficaci “sfruttando” le capacità professionali e morali delle tante eccellenze, pressocchè in tutti i settori della vita pubblica, che ci sono nei nostri clubs. In sostanza, meno service ma più service di qualità che riescano ad incidere in modo sempre più tangibile sul tessuto sociale del territorio a favore di che ha bisogno, facendoci far conoscere sempre di più anche dalle istituzioni e poter così realizzare insieme a loro, e grazie e noi, un numero sempre maggiore di progetti per il bene civico. Non sarà certo facile ma noi dobbiamo crederci e continuare a provarci con fiducia, costanza e grande determinazione.
Al Congresso d’inverno di Sorrento ho ascoltato attentamente i vari interventi, dal Governatore ai due Vice Governatori, dai Past Governatori a tanti semplici soci, ed ho sentito parlare di tante cose che mi hanno fatto ancora riflettere: parole come armonia, amicizia, serenità, pacificazione ma ho apprezzato in modo particolare sentire parlare di libertà, responsabilità e qualità.
La libertà, mi piace ribadirlo, deve essere alla base del nostro essere Lions perché è un diritto imprescindibile che ci trasmette tanta forza e ci dà dignità ed orgoglio, valori inestimabili che ci vengono solamente dal fatto di essere realmente e totalmente liberi. Quindi dovremmo esercitare il nostro diritto alla libertà come uomini ma soprattutto come Lions ma, purtroppo, non sempre esercitiamo questo diritto in quanto ingessati e zavorrati dalla paura di esprimere liberamente il nostro pensiero e dalla prevalente scelta della prudenza per non esporsi. Ma attenzione, io credo che la libertà non sia solamente un diritto ma essere liberi è anche un nostro dovere perché io credo che esprimere liberamente il proprio pensiero ed eventualmente dissentire sia anche una forma di rispetto verso sé stessi ma anche verso l’interlocutore.
Ma oltre alla libertà deve accompagnarci in ogni istante il nostro senso di responsabilità. Pertanto dobbiamo ogni tanto fermarci un attimo a riflettere, prendendo piena coscienza delle grandi responsabilità che comporta il nostro ruolo di Lions! Noi Lions dobbiamo attuare il “we serve” ed essere sempre pronti ad intervenire laddove c’è una situazione precaria e c’è comunque bisogno. Martin Luther King diceva: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. E se siamo coscienti delle nostre responsabilità diventa allora indispensabile il nostro comportamento. Approfittando della celebrazione del Centenario del Lionismo noi dobbiamo certamente diffondere notizie ed informazioni per fare conoscere la nostra Associazione ma dobbiamo soprattutto essere attenti ad esportare all’esterno una corretta immagine di essa, esibendo tutti un comportamento corretto, degno di un Lion perché gli altri ci guardano da fuori e ci giudicano , e sono i comportamenti scorretti e la cattiva immagine che spesso offriamo di noi che allontanano i soci dall’Associazione o portano altri a non iscriversi. Non possiamo e non dobbiamo accampare sempre delle scuse (“società marcia… società arida di valori… siamo specchio della società…”) per cercare di giustificare un comportamento non corretto perché queste sono soltanto alibi. Dobbiamo invece avere la capacità di dare l’esempio e tracciare un percorso per gli altri proponendo un nuovo stile di vita e di comportamento che sia guidato da quei valori ideali che hanno sempre ispirato la nostra Associazione.
E partendo dal nostro senso di responsabilità e dal nostro comportamento, credo che dovremo poi impegnarci a stimolare quei tanti soci dei nostri clubs che non hanno entusiasmo o, se ce l’hanno in origine, poi finiscono con il perderlo e spesso vanno via. Io credo che bisogna agire sul piano emotivo stimolandoli sulle meravigliose sensazioni che il servizio può regalarci, sulla gratificazione ed il senso di appagamento che possono venire dalla realizzazione dei nostri progetti benefici, sulla gioia che può riempire il nostro cuore quando vediamo nello sguardo della gente la loro gratitudine per avere dato loro un aiuto, un sostegno di qualunque tipo, un pasto caldo, un semplice sorriso…
Su queste basi io sono certo che, rimanendo liberi e fieri del nostro essere Lions, scaleremo altre montagne verso l’obbiettivo finale ed il Lionismo dovrà per forza crescere anche perché non può ancora continuare a perdere soci come dicono i numeri che sono impietosi ma, purtroppo, lo specchio fedele della realtà. Ma dovrà essere soprattutto una crescita etica e di qualità anche perché, se la nostra Associazione salirà di qualità, conseguentemente ci sarà anche una ricrescita numerica. Scalare le montagne è compito arduo e difficile ma è anche una grande sfida e le sfide danno adrenalina ed entusiasmo, propellente eccezionale per chi opera, e dobbiamo vincerle.
Io ci credo. E’ utopia? O forse è follia? O invece è semplicemente un sogno? D’altra parte il sogno cos’altro è se non una faccia della follia? Ecco, io preferisco dire che forse il mio è un sogno perchè i sogni talvolta sono belli, emozionano e portano entusiasmo e poi perché, alla fine, sognare non costa nulla. Ed allora sogniamo tutti insieme perché, come dice Eleonor Rosewelt, “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni”.